“Dal narcisismo del pavone alla consapevolezza del tacchino”

ovvero: la necessaria trasformazione nelle relazioni affettive Linguaggi, trappole, significati | 

Ciclo di Incontri infrasettimanali Serali | 

Vicinanza, fiducia, intimità sono alcune delle parole chiave del lessico relazionale, così come prendersi cura, progettualitá comune, desiderio, condivisione.

Ma non si può approdare a questi vissuti se non si è realmente interessati a quel senso profondo ed intimo del legame, quell’ “andare incontro all’altro” che ci destabilizza nelle nostre egoistiche necessità, che talvolta rischiano di piegare la libertà dell’altro al soddisfacimento delle nostre aspettative.

Cultura di appartenenza, apprendimenti familiari, storia personale: molte sono le dinamiche che arricchiscono il campo relazionale e ne complessificano la natura.

Nella comunicazione interpersonale richieste continue, manipolazioni, svalutazioni, accuse, evitamenti, sono le trappole in cui più frequentemente si può cadere, tra ferite antiche o rancori mai sopiti. Rimanere aggrappati alle proprie fantastiche aspettative sul rapporto, senza mai entrare realmente in contatto con la “diversità di modi, vedute ed esigenze” di cui ognuno è portatore, costituisce spesso la base di comunicazioni disfunzionali. Entrando in questi contesti…. il passo del volersi disfare di una relazione che non è funzionale ai nostri esclusivi bisogni… è breve.

È noto che sia i pavoni che i tacchini hanno in dotazione nella loro morfologia fisica, la bellissima “ruota di piume”, elemento di fondamentale utilizzo nel corteggiamento di coppia. Ma qual’è la differenza tra i due? Come ci appaiono!

Mentre il pavone, orgoglioso della sua bellezza, mostra tutto il suo splendore in un primo impatto, ammaliando la femmina della sua specie con “il lato più bello” che viene esibito in modo tronfio e a testa alta, in una danza aggraziata e seducente… il povero tacchino, consapevole del suo aspetto poco attraente, deve faticare molto di più per far vedere il suo lato “bello”, facendo una serie di movimenti di gran lunga meno agili e aggraziati, impiegando tutta la sua tenacia e la sua pazienza per far emergere ciò che di bello c’è in lui. Insomma.. il tacchino ci appare più umile, consapevole dei suoi limiti!

Ecco, questo ci è sembrato il paragone metaforico più esplicativo per mettere a fuoco alcuni aspetti e dinamiche delle relazioni affettive.

All’inizio di una relazione ci facciamo molte fantasie riguardo l’altro, investendolo magicamente del ruolo del salvatore o della principessa, lo immaginiamo fonte di appagamento di ogni nostra frustrazione, mentre ci impegniamo ad ammaliarlo con ogni possibile e immaginabile “pavoneggiamento” delle nostre affascinanti caratteristiche!

Pian piano però le cose cambiano, e, volenti o nolenti, emergono quegli aspetti meno belli di entrambi. Cosa succede nella relazione quando gli aspetti meno positivi di ognuno vengono osservati e sottolineati dall’altro, coinvolto nel rapporto?

Utilizzando la metafora del pavone e del tacchino, abbiamo giocato ad ipotizzare che il pavone, preso a sostenere la propria indiscutibile bellezza, rifiuterebbe come inveritiera ogni critica, rimandando al mittente, con sdegnata superiorità, ogni appunto. Diversamente abbiamo immaginato l’atteggiamento del tacchino, che, consapevole di avere anche aspetti “non attraenti”, potrebbe non rifiutare le critiche, accettando alcuni propri limiti senza doverli necessariamente imporre all’altro, impegnandosi in tal modo a creare quelle condizioni per una relazione più autentica e meno difensiva.

Questo atteggiamento è di fondamentale importanza nei momenti successivi all’innamoramento, per approdare al senso del legame, ma ancor di più lo è per una costruzione positiva dei rapporti.

  • Apprendere una buona capacità di ascolto e accoglienza dell’altro, unita ad una sana assertività nell’espressione di sè,
  • esplorare più consapevolmente le proprie modalità di contatto, focalizzando quelle oggi dis-adattive, frutto di esperienze passate o di antichi legami familiari,
  • valorizzare quelle capacità e risorse individuali che ci permettono di portare vitalità, sostegno e complicità nel rapporto, piuttosto che competizione e rabbie distruttive,
  • entrare nei significati emotivi propri ed altrui, abbandonando il bisogno di voler prevalere sull’altro per paura di mostrarsi o di perdere qualcosa di sè,
  • elaborare le aspettative che ognuno pone in essere in una relazione che spesso sono di ostacolo ad una reale accettazione dell’altro,

saranno le focalizzazioni che cercheremo di stimolare attraverso un lavoro in gruppo e di gruppo, in questo ciclo di incontri infrasettimanali serali.

Riscoprire una capacità di amare orientata al rispetto, alla stima e alla cura reciproca, oltre che al sentimento, per apprezzare la bellezza e “misteriosità” degli incontri, accettando i propri e gli altrui limiti, le inevitabili bruttezze del nostro “essere umani”… ci sembra la grande sfida dell’amore!

Uno spazio-tempo dedicato non solo a chi è già in coppia ma anche e soprattutto a chi semplicemente si vuole confrontare con queste tematiche nelle sue relazioni.

Conduttori: dott. Filippo Rametta, psicoterapeuta e dott.ssa Chiara Guizzoni, psicoterapeuta

Luogo: sede Accademia Gestalt

Orario: dalle 19.00 alle 21.30

Date degli incontri: 6 e 20 novembre 2018 / 4 e 18 dicembre 2018 / 8 e 22 gennaio 2019 / 5 e 19 febbraio 2019 /5 e 19 marzo 2019

È NECESSARIA LA PRENOTAZIONE

Per info costi e prenotazioni scrivere a info@accademiagestalt.it o telefonare al 333.9959674

 

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